Si racconta che esiste un albero fatato in cima ad una collinetta nel cuore
di una landa incantata, e che un solo frutto penda dai suoi rami: una Mela
d’Oro, Gemma dell’Universo, Fonte di ogni Ricchezza e Potere.
Di quella terra si è persa ora ogni traccia, ma nei Tempi Arcani, quando
gli uomini sapevano ancora come trovare quei luoghi, molti si avventurarono alla
conquista della Mela d’Oro, ma nessuno di loro fece mai ritorno.
Terribili prove si frapponevano tra gli uomini e la Mela d’Oro in quella
terra perduta: esili ponti pericolanti su oscuri baratri profondi fino al Centro
del Mondo; selve così fitte che l’oscurità della notte
restava impigliata nei rovi spinosi anche quando nel mondo degli uomini era
mezzogiorno e splendeva il sole; creature malefiche che attaccavano alle spalle
e in grado di uccidere i guerrieri più coraggiosi ancor prima di essere
viste, solo per mezzo del terrore che emanavano come un veleno; altri e altri
pericoli mortali di cui ormai si è persa la memoria.
Nessuno mai fece ritorno.
Si racconta che un solo grande eroe, un cavaliere dal valore di cento
cavalieri, riuscì finalmente ad attraversare quella valle superando tutte
le prove: egli sapeva che rimaneva un solo terribile ostacolo; là, ai
piedi della collinetta, pensava di trovare forse una mostruosa creatura malefica
a custodia della Mela d’Oro.
Ai piedi della collinetta cominciava invece un piccolo viottolo di ciottoli
bianchissimi che serpeggiava su verso la cima dove si ergeva solitario
l’Albero dalla Mela d’Oro. All’inizio di quel sentiero il
cavaliere vide con gran sorpresa solo un vecchio seduto su una pietra; i suoi
pochi capelli erano bianchi e bianca era la tunica di cui vestiva; il suo volto
solcato dalle rughe era sereno e gli occhi erano limpidi e sapevano guardar
profondo.
«Salute a te, cavaliere», disse il vecchio, «So ciò che
ti ha spinto fino a qui: tu desideri la Mela d’Oro, Gemma
dell’Universo, Fonte di ogni Ricchezza e Potere».
«Sì», rispose l’eroe, «Sono qui giunto per essa,
e per essa molti pericoli ho affrontato».
«Bene», riprese il vegliardo, «e dimmi, cavaliere, sarai in
grado di difendere la tua meritata conquista fuori da questa terra? Sarai in
grado di difendere te stesso e le persone che ami dalla cupidigia degli uomini
che vorranno strappare la Mela d’Oro dalle tue mani?».
Il cavaliere pensò con gli occhi rivolti in basso e gli sembrò
lunga e penosa meditazione; poi rispose: «No, non ne sarei
capace».
Si voltò e tornò indietro.
Null’altro si sa di questo eroe, e i vecchi tacciono sul suo nome; si sa solo che egli fu l’unico a fare ritorno.
Dario ScoppellettiLa copia letterale e la distribuzione di quest’opera nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, gratuitamente, a condizione che questa nota sia riprodotta.