Precipito all’infinito, nel vuoto, nel buio.
Intorno a me vedo solo le stelle, come se precipitassi in un pozzo verticale
senza apertura né fondo, con tanti diamanti luccicanti incastonati sulle
pareti perfettamente lisce e nere come la stessa oscurità che mi
circonda.
Le pareti di questo pozzo virtuale sembrano lontane solo poche spanne dal mio
corpo, e allo stesso tempo distanti all’infinito; certo è che non
sento nulla con la punta delle dita nemmeno tendendo il mio corpo fino allo
spasmo.
Non c’è aria, altrimenti ne sentirei l’attrito come penso lo sentano i paracadutisti nei loro lanci. Eppure respiro, o comunque sono vivo e cosciente; ho anche la sensazione della velocità, non so come, come se fosse costante e crescente allo stesso tempo.
Sento la pelle gelata sotto i vestiti, e allo stesso tempo sento un forte
calore all’interno del corpo.
Forse sto urlando, ma sono immerso nel silenzio più profondo e non
percepisco alcuno sforzo dalla gola o dai polmoni.
È questo lo spazio? È questo il tempo? È questo l’universo? È questo l’infinito?
Precipitooo…
Dario ScoppellettiLa copia letterale e la distribuzione di quest’opera nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, gratuitamente, a condizione che questa nota sia riprodotta.