Il naufrago

Collegno, 23 aprile 2013

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

Ormai il naufrago non sa più quanto tempo è trascorso da quando è approdato su quell’isola.
Meno male che ha una buona scorta di carta, di penne e di bottiglie, così può continuare ad affidare al mare le sue richieste di aiuto.

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

In realtà, il naufrago non crede che ci siano molte possibilità che qualcuno rinvenga una delle sue bottiglie, ma non si sa mai.
Certo, anche se qualcuno ne trova una che rotola sulla battigia, dovrebbe accorgersi che c’è un messaggio dentro, o almeno dovrebbe avere la curiosità di raccoglierla; poi dovrebbe conoscere la sua lingua per poter leggere il messaggio; poi dovrebbe decidere di fare qualcosa per farlo soccorrere (cosa da non dare per scontata); infine dovrebbe avere una minima idea di da dove viene la bottiglia, perché il naufrago non sa su quale isola è finito e quindi non lo può scrivere sui messaggi.

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

A dire il vero, il naufrago non sa nemmeno se quella dove si trova è un’isola: i primi tempi aveva pensato di esplorarla; magari di camminare lungo la spiaggia per vedere se tornava al punto di partenza. Però poi ha lasciato perdere: e se poi incontra qualcuno? Magari l’isola (sempre che lo sia) non è disabitata, e, in questo caso, non è detto che la popolazione non sia ostile.

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

Effettivamente, se vedesse arrivare qualche imbarcazione dal mare o se scorgesse qualcuno avvicinarsi dalla macchia dell’entroterra, il naufrago pensa che sarebbe meglio nascondersi e osservare per cercare di capire di chi si tratta e che intenzioni può avere prima di farsi vedere, e, nel dubbio, pensa che resterebbe nascosto.
Il naufrago non ha nemmeno acceso un fuoco per evitare di attirare attenzioni indesiderate.

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

Il naufrago pensa che, anche se non riconosce quel posto, magari non è nemmeno troppo lontano da casa: magari qualcuno che conosce potrebbe venire a cercarlo o anche solo passare di lì per caso; magari potrebbe essere qualcuno che lo conosce a rinvenire una delle sue bottiglie.
Sì, e magari gli asini volano!

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

In fondo, al naufrago non manca niente ed è sempre stato bene da solo: va bene anche così, se nessuno lo trova, se nessuno viene a cercarlo.

Un’altra bottiglia, un altro messaggio.

Dario Scoppelletti

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