Rabbia
Venaria, 3 novembre 1990
Senti che il ghiaccio scorre veloce nelle vene mischiato col sangue, un fremito
gelido nel fluido bollente, ma i frammenti del ghiaccio sono affilati come rasoi
e tagliano le vene e lacerano i muscoli dall’interno.
Le braccia e le spalle si inarcano, ma sono roccia e ricadono spossate dal loro
stesso peso.
Il cuore galoppa furioso ed il petto non sembra più in grado di
contenerlo.
Le ginocchia si irrigidiscono e non le puoi più flettere.
I polsi e le tempie pulsano; la testa ronza come leggera, svuotata.
« Io so essere un nemico terribile! »
È come una vampa di luce bianca che ti acceca e distrugge tutto intorno a te, tutto e tutti, senza distinzioni.
Dario Scoppelletti