La Mela d’Oro
Venaria, 22 dicembre 1990
Si racconta che esiste un albero fatato in cima ad una collinetta nel cuore di
una landa incantata, e che un solo frutto penda dai suoi rami: una Mela d’Oro,
Gemma dell’Universo, Fonte di ogni Ricchezza e Potere.
Di quella terra si è persa ora ogni traccia, ma nei Tempi Arcani, quando gli
uomini sapevano ancora come trovare quei luoghi, molti si avventurarono alla
conquista della Mela d’Oro, ma nessuno di loro fece mai ritorno.
Terribili prove si frapponevano tra gli uomini e la Mela d’Oro in quella terra
perduta: esili ponti pericolanti su oscuri baratri profondi fino al Centro del
Mondo; selve così fitte che l’oscurità della notte restava impigliata nei rovi
spinosi anche quando nel mondo degli uomini era mezzogiorno e splendeva il sole;
creature malefiche che attaccavano alle spalle e in grado di uccidere i
guerrieri più coraggiosi ancor prima di essere viste, solo per mezzo del terrore
che emanavano come un veleno; altri e altri pericoli mortali di cui ormai si è
persa la memoria.
Nessuno mai fece ritorno.
Si racconta che un solo grande eroe, un cavaliere dal valore di cento cavalieri,
riuscì finalmente ad attraversare quella valle superando tutte le prove: egli
sapeva che rimaneva un solo terribile ostacolo; là, ai piedi della collinetta,
pensava di trovare forse una mostruosa creatura malefica a custodia della Mela
d’Oro.
Ai piedi della collinetta cominciava invece un piccolo viottolo di ciottoli
bianchissimi che serpeggiava su verso la cima dove si ergeva solitario l’Albero
dalla Mela d’Oro.
All’inizio di quel sentiero il cavaliere vide con gran sorpresa solo un vecchio
seduto su una pietra; i suoi pochi capelli erano bianchi e bianca era la tunica
di cui vestiva; il suo volto solcato dalle rughe era sereno e gli occhi erano
limpidi e sapevano guardar profondo.
« Salute a te, cavaliere », disse il vecchio, « So ciò che ti ha spinto fino a
qui: tu desideri la Mela d’Oro, Gemma dell’Universo, Fonte di ogni Ricchezza e
Potere ».
« Sì », rispose l’eroe, « Sono qui giunto per essa, e per essa molti pericoli ho
affrontato ».
« Bene », riprese il vegliardo, « e dimmi, cavaliere, sarai in grado di
difendere la tua meritata conquista fuori da questa terra? Sarai in grado di difendere te stesso e le persone che ami dalla cupidigia degli uomini che
vorranno strappare la Mela d’Oro dalle tue mani? ».
Il cavaliere pensò con gli occhi rivolti in basso e gli sembrò lunga e penosa
meditazione; poi rispose: « No, non ne sarei capace ».
Si voltò e tornò indietro.
Null’altro si sa di questo eroe, e i vecchi tacciono sul suo nome; si sa solo che egli fu l’unico a fare ritorno.
Dario Scoppelletti